L’ESPERIENZA DELLA FORMAZIONE PER L’APPRENDISTATO: LA VOCE DEGLI APPRENDISTI

L’apprendistato è un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Da un punto di vista legislativo è disciplinato dal decreto 15 giugno 2015 n.81 e successive modifiche dell’articolo 41 e 47. A disciplinare e finanziare la Formazione di apprendistato sono le Regioni. La durata prevede un monte ore di formazione interna o esterna all’azienda da un minimo di 40 ad un massimo di 120 ore per l’intero contratto di apprendistato professionalizzante a seconda del titolo di studio acquisito secondo quanto specificato dalla Conferenza Stato-Regioni.  
Nell’offerta formativa è prevista l’acquisizione di competenze sulla comunicazione, competenze relazionali, organizzazione e qualità aziendale. Le classi di apprendistato sono eterogenee in quanto gli apprendisti provengono da realtà lavorative diversificate ed è tale eterogeneità che rappresenta, allo stesso tempo, un elemento formativo complesso ma anche altamente stimolante.

Ritrovarsi giovani lavoratori e lavoratrici, provenienti da realtà lavorative diversificate, in un’aula per otto ore e parlare di comunicazione, problematiche relazionali, sicurezza psicologica sul posto di lavoro, competenze e tanto altro non è cosa da poco. Come formatrice in un corso di apprendistato pensavo di avere l’arduo compito di “insegnare” qualcosa di nuovo e di utile a giovani apprendisti ma con mia grande sorpresa, l’arduo compito si è rivelato essere un’esperienza formativa di altissimo livello.

Le otto ore di lezione, sin dalla prima, si sono trasformate in un incontro in cui a fare da padrone è stata la reciprocità ma anche lo scambio e la condivisione. Non ho avuto tanto da “insegnare” ma molto da apprendere.

Tante le storie di lavoro e di vita che hanno fatto scorrere con piacere le lancette dell’orologio. Di lezione in lezione il gruppo si è rafforzato e ha preso sempre più le sembianze di un vero gruppo di lavoro che si riunisce per pensare, riflettere e dare vita a nuove strategie per rendere migliore il clima di lavoro. Ciascun apprendista, attraverso la narrazione della propria esperienza lavorativa è stato tassello fondamentale per costruire il protocollo che di seguito viene descritto e che potrebbe rappresentare un documento da cui partire per spronare ogni lavoratore ad essere maggiormente consapevole e responsabile. La consapevolezza è legata alla competenza e si coniuga con responsabilità ed è la responsabilità che ci rende lavoratrici e lavoratori di qualità: è intorno a questa idea che il gruppo ha condiviso un modus operandi di qualità. 

La qualità è concetto indispensabile per chi sta vivendo il percorso formativo e lavorativo dell’apprendistato perché pone l’accento sul valore del percorso formativo-esperienziale come elemento fondamentale per la costruzione di un’identità professionale di qualità.

“Contrariamente a ciò che si può pensare – racconta Jennifer A. (receptionist) – l’esperienza della formazione dell’apprendistato è fondamentale, non solo per una propria cultura, ma anche per la sorpresa di incontrare persone diverse che si distinguono ognuna per l’unicità del lavoro che svolgono. Nella mia esperienza di formazione ho imparato quanto sia formativo il confronto con persone che appartengono ad ambiti lavorativi diversi dal mio. Non avrei mai pensato di riuscire a portare a casa qualcosa di concreto da questa esperienza, ma il coinvolgimento del docente e dei miei compagni ha fatto sì che potesse posarsi in ognuno di noi un tesoro da custodire sul posto di lavoro e non solo. Credo che la condivisione di esperienze sia l’elemento vincente nel percorso formativo dell’apprendistato”.

“Credo che molto spesso si sottovaluti l’importanza della formazione – continua Silvia A. (assistente agente di commercio) – Viene vista, sia dal datore di lavoro che dal dipendente, come una perdita di tempo quando si hanno invece mille impegni. Io ero una di queste persone. Anche se sono sempre stata una curiosa e aperta a nuove esperienze, l’idea di passare otto ore in un’aula con ragazzi molto più giovani di me a vedere infinite slide susseguirsi, mi annoiava già al pensiero. Con mia grande sorpresa, invece, ho vissuto un’esperienza davvero molto bella. Ho trovato ragazzi, si giovani, ma con un bagaglio personale ricco e molto interessante, che hanno messo a disposizione di tutti noi e una docente che ha utilizzato il dialogo, lo scambio, l’analisi come mezzo di lavoro.
Da tutto ciò ne è uscito un percorso che ha davvero formato ciascuno di noi. Ci ha fatto riflettere sul nostro modus operandi in ambito lavorativo e non solo, ci ha reso consapevoli sull’importanza della comunicazione e, soprattutto, di una corretta comunicazione. Ci ha lasciato delle parole chiave che rimarranno per sempre nella nostra memoria: mettere la divisa, togliere la divisa, non farsi intossicare dal gas relazionale, sicurezza psicologica… Tutti elementi che prima, per quanto mi riguarda, erano sconosciuti ora hanno assunto un aspetto diverso che mi permettono, di giorno in giorno, di migliorarmi e di affrontare la giornata lavorativa in modo consapevole. Credo che questo percorso sarebbe importante condividerlo anche con i datori di lavoro per poter creare gruppi di lavoro sempre più consapevoli e di qualità e quindi più produttivi”.

“Credo che in molti debbano provare almeno una volta a svolgere questo genere di lezione – spiega Ivan C. (assistente di cantiere geologico) – perché ne capirebbero l’importanza; non solo in ambito lavorativo, ma anche nella vita privata, in quella parte di vita in cui non indossi alcun abito da lavoro, poiché ciascuno di noi molto spesso sottovaluta l’importanza della comunicazione“, della sua infinita ramificazione che ti aiuta a vivere in modo sereno e sano, in qualsiasi luogo tu ti trovi o dell’importanza dell’auto-analizzarsi, o capire, una volta tornati a casa, se si è stanchi ma soddisfatti o solo stanchi, perché anche se non sembra, questa differenza ha un’importanza non indifferente. La parte bella di questa esperienza è stata anche trovare persone che, come da richiesta del docente, hanno descritto uno ad uno, il lavoro e una parte della loro vita, che senza saperlo arricchisce sempre di più la nostra mente che grazie a questo corso ho appreso il significato della “psicologia ingenua“, perciò sono davvero felice e soddisfatto di aver avuto la possibilità di partecipare o tutto ciò.”

“Questo corso dell’apprendistato è stato molto formativo, pur avendo già qualche anno di esperienza nell’ambito lavorativo, sono rimasto sorpreso dalle cose che ho potuto apprendere. Ho appreso come lavorare in gruppo o come affrontare emotivamente una semplice giornata di lavoro, capire come analizzare e risolvere un problema. La cosa che più mi è rimasta nella mente è la frase metaforica: mettere la divisa, togliere la divisa che ci suggerisce di essere attenti a non portare a casa i problemi lavorativi e non portare a lavoro i nostri problemi personali”. Dichiara Omar E. (tecnico chiavi).

“Per quanto mi riguarda, sono stato molto sorpreso da questo percorso di apprendistato – conclude Fabrizio P. (Falegname specializzato), – spesso molto banalmente il primo pensiero che potremmo avere quando sappiamo di dover intraprendere un corso di formazione, è che probabilmente sarà noioso, inutile al nostro bagaglio culturale oppure una semplice perdita di tempo che si potrebbe dedicare a fare altro. Bene dopo aver frequentato il suddetto corso posso assicurare che non è così, se la vediamo in maniera più ampia, possiamo notare che realmente è tutto il contrario, ovvero il corso è in primis molto stimolante, (nel mio caso aiutato molto da ottimi docenti e colleghi e dell’ottimo rapporto creatosi). Un luogo dove è possibile confrontarsi con altre realtà, a tratti simili, a tratti totalmente diverse, sentire e immedesimarsi nella realtà e nel vissuto di coetanei e non… Altra cosa importantissima e da non sottovalutare sono le nozioni e gli argomenti che vengono trattati nel suddetto corso, che hanno lo scopo  di farci prendere consapevolezza di ciò che viviamo nel quotidiano, in ambito lavorativo e spesso senza rendercene conto, prendo come esempio le varie lezioni sulla sicurezza sul lavoro, i comportamenti da tenere e tutte le varie costanti che possono cambiare in una semplice conversazione con un collega o col datore di lavoro, oppure semplicemente sulla organizzazione che va presa in conto sia da noi che dal datore… Infine per ultimo ma non di importanza la consapevolezza che prendiamo nel valutare principalmente i nostri doveri ma soprattutto i nostri diritti sul luogo di lavoro, e confrontare la differenza dal teorico al pratico che spesso e volentieri non è proprio come dovrebbe essere… posso tranquillamente affermare di essere più che soddisfatto da questo percorso che si è rivelato molto interessante ma cosa fondamentale a parer mio davvero molto stimolante”.

Concludendo possiamo affermare che un buon protocollo di lavoro che contribuisca in modo significativo a rendere di qualità il clima di lavoro e a salvaguardare la salute mentale dei lavoratori dovrebbe:

– Predisporre le condizioni che favoriscono la reciprocità attraverso la valorizzazione del confronto e della cultura dell’ascolto.

– Valorizzare la comunicazione efficace come strumento di lavoro

– Favorire un atteggiamento di autovalutazione dei propri limiti e delle proprie risorse da parte di tutti i lavoratori e le lavoratrici ma anche da parte dei datori di lavoro

– Promuovere un processo di cooperazione basato sul riconoscimento del valore di ciascuno

– Definire un percorso organizzativo in base alle priorità

– Sostenere la qualità del clima di lavoro attraverso la formazione specifica sulle caratteristiche relazionali e comportamentali specifiche del contesto lavorativo

– Formare al processo “mettere la divisa e togliere la divisa” per la salvaguardia del confine emotivo personale e lavorativo

 Buon lavoro a tutti